Gli Inni sul paradiso (patristica testi) raccolgono quindici composizioni, accomunate da identità di tema e forma poetica. Come sempre, anche in questo caso, erano probabilmente in origine composizioni separate, destinate con probabilità a uso liturgico, come momento esegetico-meditativo dopo la lettura dei testi biblici ai quali si riferiscono. In questa raccolta Efrem il Siro inoltre non si limita a catechizzare i fedeli, ma in modo più intimo confessa se stesso, i suoi desideri, le speranze per la propria vita, il senso della propria indegnità, unita però alla confidenza in Dio, lo stupore, persino i dubbi teologici e timide ipotesi di soluzione. Soteriologia ed escatologia si intrecciano: la terra è luogo di pellegrinaggio della Chiesa, che per Efrem è il vero paradiso storicamente realizzato, ma l’uomo è chiamato a entrare nel punto più intimo del paradiso, quasi un santo dei santi dove avrà la visione beatifica. Come sempre la sua teologia è ricca di simboli tratti dalla Scrittura, fonte principale di ispirazione. Simbolica capace di esprimere, paradossalmente, le realtà di una storia santa al tempo stesso trascendente e immanente l’esperienza del credente. Gli Inni sul paradiso sono un documento genuinamente cristiano e al tempo stesso opera-ponte tra questo e le esperienze culturali e religiose giudaiche e pagane, passate e presenti. Poesia che si fa via di contatto fecondo con i punti nodali del pensiero cristiano.