È un viaggio memorabile quello che cambia la geografia del mondo conosciuto: Magellano ha scoperto il passaggio a ovest tra l’Oceano Atlantico e quello che egli battezzerà Pacifico, e la possibilità di raggiungere le Indie senza circumnavigare l’Africa. Dei 237 uomini imbarcati ne sopravvivono solo 18, tra marinai e soldati, e tra loro Antonio Pigafetta, storiografo dell’impresa. Stretto collaboratore di Magellano, ucciso un anno prima nelle Filippine durante una rivolta indigena, Pigafetta ha tenuto un diario minuzioso, molto ammirato dai sovrani di mezza Europa, stampato prima in Francia nel 1526 e poi a Venezia. In questo diario manca un giorno. Pigafetta non può sapere che viaggiando seguendo il cammino del sole da est verso ovest si perdono 24 ore, e comincia la sua ricerca del giorno perduto. Cammamoro mette in scena un’indagine che coinvolge i membri dell’equipaggio, alla ricerca di una spiegazione, di un errore o di un colpevole che non troverà. Ciò cui approda, invece, è la rivelazione che, nonostante l’obiettivo comune e le traversie condivise, gli uomini che lo hanno accompagnato nel viaggio sono degli estranei, ciascuno chiuso nella propria visione, nel proprio egoismo solitario. Scavati dalla paura e dalla follia, perduti dietro il miraggio di un Paradiso che si rivela un Inferno.