In questo libro Salvatore Brizzi intende la ricchezza non unicamente come una particolare condizione economica, bensì come uno stato di benessere e soddisfazione che coinvolge l'intera vita di una persona. Il concetto rivoluzionario di questo testo è che la ricchezza viene intesa come un dovere, un servizio all'umanità, e non un diritto o un piacere, come si è creduto fino ad oggi. Sentirsi ricco, soddisfatto e sereno costituisce il dovere di ogni buon cittadino, il quale deve fare da esempio per i propri figli e per la collettività. La ricchezza va considerata un dovere civico – come andare a votare – e quindi vissuta come tale. Il denaro non deve più rappresentare un desiderio che scaturisce dalla cupidigia o dalla paura, bensì un dovere che va compiuto da ogni buon cittadino per il bene di tutti. Il denaro va dunque spostato dalla sfera del desiderio alla sfera del dovere.