È un esercizio faticoso, quello di tenere insieme i pezzi. Soprattutto se provi a farlo fin da piccolo, come Marco, lontano dalla sua Trieste, dal padre e dal fratello più grande. Quando incontra Nora per la prima volta, sono seduti nella fredda sala d’attesa di un ospedale ad affrontare un dolore che non si dovrebbe vivere prima del tempo. La loro è una storia di destini incrociati, di incontri inevitabili. Di luoghi distanti e di punti in comune. Alla ricerca di un po’ di equilibrio dopo tanti scossoni, sono come due buchi neri in lotta per assorbire quanta più luce possibile. Ed è proprio quando la loro strada sembra averli portati al limite, a una conclusione inesorabile, che questo incontro rende possibile la scrittura di nuove pagine, insperate e bellissime, stranamente fortunate, prive di terremoti, di vecchie abitudini, di pessimi trascorsi. Che non sempre hanno il finale immaginato, ma che certamente concedono una speranza che non avevano mai creduto possibile.